La Distribuzione del Vino in Francia

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Francia: un produttore tradizionale amante del vino rosso

Con 46,4 milioni di ettolitri di vino prodotto nel 2018 – pari al 16,4% della produzione mondiale –, la Francia è il secondo produttore mondiale, alle spalle solo dell’Italia.
Il valore medio dei vini prodotti è, tuttavia, molto alto e la Francia è il primo paese per fatturato, con un valore commerciale di scambi pari a 9,1 miliardi di € (41% dell’UE), davanti all’Italia (6 miliardi) e la Spagna (2,9 miliardi).
Tutto questo rende la Francia un mercato di difficile accesso per gli esportatori stranieri, poiché il consumo interno è principalmente orientato verso la produzione locale. Malgrado ciò, tuttavia, è un mercato che offre diverse possibilità per gli esportatori che sappiano come soddisfare le sue richieste e particolarità.
Tra queste, basti pensare che il consumo è dominato dai vini rossi (54%), anche se il rosé sta vivendo un vero e proprio periodo d’oro, con un grande aumento dei consumi negli ultimi anni. I 100,2 milioni di casse vendute nel 2017 rendono la Francia il più importante consumatore di rosé nel mondo. Questo valore è all’incirca il doppio del consumo di vini bianchi, che rappresentano solo un quarto del consumo totale. Si segnala, da ultimo, anche il sostanziale aumento dei vini IGP, il consumo dei bag-in-box e il costante aumento delle vendite online, per un volume d'affari globale stimato pari a € 500 milioni nel 2019.

La classificazione del vino in Francia

I vini francesi sono classificati secondo la loro qualità come di seguito:

AOP (Appellation d'Origine Protégée): Questa categoria include le AOC (Appellation d’Origine Contrôlée) e le VQPRD (Vins de Qualité Produits dans des Régions Déterminées).
Si tratta della denominazione più prestigiosa e richiede che il vino sia prodotto in un aerea geografica strettamente delimitata, attraverso standard di produzione di elevato livello.

Vin IGP – Indication Géographique Protégée (ex- Vin de Pays). Anziché stile e tradizione, questa categoria si concentra sulle origini geografiche, offrendo ai viticoltori una maggior libertà dell’AOC;

Vin sans IG de France (ex- Vin de Table) questa denominazione fa riferimento ai vini di fascia inferiore.

Protezione della proprietà intellettuale: non solo la registrazione del marchio

La contraffazione è un fenomeno marginale in Francia, tuttavia la protezione degli asset immateriali resta una della priorità per gli operatori del mercato. Basti pensare che alcuni grandi vini francesi (es: Pomerol, Margaux e Pauillac) sono stati oggetto di contraffazione, e la bottiglia di Château Mouton Rothschild 1946 resta una delle più riprodotte al mondo.

Il primo passo per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale è la registrazione del marchio. Come visto nella sezione UE di questa guida, infatti, è possibile scegliere tra la registrazione del marchio nazionale (valido solo in Francia) e la registrazione europea, che offre protezione in tutti gli Stati Membri.
Il registro Nazionale Francese (INPI) garantisce ai proprietari del marchio i diritti esclusivi sul marchio nei beni e servizi identificati al momento della registrazione. Siccome una domanda di registrazione di un marchio identico o simile ad un altro già registrato in precedenza è considerata una violazione di un marchio, si consiglia di effettuare una ricerca di anteriorità prima di depositare la domanda di registrazione, al fine di diminuire la possibilità di rigetto della stessa.
La registrazione del marchio costa € 190 per 1 classe (si utilizza la Classificazione di Nizza) + € 40 per ciascuna classe aggiuntiva. Dura 10 anni dalla data di deposito, rinnovabile di ulteriori 10 anni attraverso una dichiarazione, da inviare all’INPI nei sei mesi antecedenti la scadenza del termine. La registrazione definitiva avviene entro circa 4-5 mesi dalla data di deposito della richiesta.

Eventuali opposizioni alla registrazione possono essere presentate nei due mesi successivi alla pubblicazione della domanda, con un costo indicativo di € 400.

Per fortuna, oltre alla registrazione del marchio, la tecnologia ha fornito diversi strumenti per combattere la contraffazione, come i bubble codes, RFID (Radio-Frequency Identification) e i sigilli anti-contraffazione. A volte visibili, a volte nascosti, sono posizionati strategicamente sull’etichetta o sul collo della bottiglia e consentono di tracciare possibili mercati grigi e attività di falsificazione.

Etichettatura del vino: qualche particolarità francese

La Francia ha una legislazione sul vino complessa e consolidata, che applica e integra i regolamenti dell'UE (in particolare: 607/2009 e successive modifiche), già visti nella guida dell'UE. In questa guida, allora, riportiamo alcune peculiarità della legislazione francese

  • Nome ed indirizzo della società di imbottigliamento seguito da "embouteilleur" ou "mis en bouteille par". Quando il nome oppure l'indirizzo dell'imbottigliatore contiene o consiste in una appellation d'origine oppure in una indicazione geografica (e si tratta di un vino senza indicazione geografica), queste informazioni devono essere codificate. In questo caso, sull’etichetta dovrà essere indicato chiaramente il nome e l’indirizzo degli altri soggetti protagonisti della commercializzazione (distributore, venditore, ecc.), ad esempio: mise en bouteille par EMB XX XXX France - Distribué par X.
  • La denominazione esatta di AOP è “appellation d’origine protégée”, nonostante ciò è possibile scrivere sull’etichetta: “appellation d’origine controlee” oppure “Appellation X controlee”, ma non “appellation X protégée”. 
  • Metodo di produzione: “élèvé en fût” o « vieilli en fût » possono essere utilizzati solo se il vino è stato prodotto in Francia e se la metà della produzione è stata fermentata per almeno 6 mesi in botte di legno.
  • Le denominazioni tipo “Chateau”, “Domaine”, “Clos”, “Mas” sono utilizzabili per i vini che:
    • Hanno un’Indicazione Geografica; 
    • Sono prodotti esclusivamente dal proprietario della cantina; 
    • Sono vinificati interamente nella cantina del produttore. 
  • Le denominazioni “Clos”, “Cru”, Château” sono solo utilizzabili per i vini AOP.

Le informazioni da riportare obbligatoriamente sull’etichetta (si veda anche la guida UE) devono essere indicati in una o più lingue ufficiali dell'UE, con due eccezioni: (i) le informazioni sugli allergeni e sui solfiti devono essere fornite in francese o inglese; e (ii) “appellation d’origine controlée”, “vendanges tardives “, “mise en bouteille à la propriété” devono essere in francese.

Le regole di etichettatura degli allergeni si applicano alle bevande contenenti più dell'1,2% in volume di alcol e prevedono che sia obbligatorio riportare la presenza di tracce di latte o uova se superiori ai 0,25 mg / litro.
Le bevande alcoliche contenenti anidride solforosa e solfiti a concentrazioni superiori a 10 mg / kg o 10 mg / litro devono essere etichettate con "Contiene solfiti" o "Contiene anidride solforosa". Non è permesso sostituire la parola "solfiti" con “SO2”o “E220”.

Le norme sulla produzione di vino biologico sono stabilite dal Regolamento (CE) 834/2007 e Regolamento (CE) 889/2008. Sull’etichetta dovranno contenere i riferimenti alle materie prime (uva, zucchero, mosto concentrato rettificato, ecc.) e l’indicazione di “Vino ottenuto da uve biologiche”; mentre non sarà possibile indicare semplicemente “Vino biologico”. Le etichette dei vini possono anche includere menzione del tipo “bio-dinamico”, a patto che tale termine non induca in inganno il consumatore.
Qui un esempio di etichettatura corretta.

Pubblicità del vino: attenzione alle limitazioni!

In Francia, le limitazioni alle comunicazioni pubblicitarie delle bevande alcoliche derivano dalla legge del 01.10.1991 - Loi Evin codificata nell'articolo L. 3323-2 del codice della sanità pubblica (Code de la santé publique), che autorizza la pubblicità del vino solo attraverso i seguenti media:

  • Stampa, salvo pubblicazioni per i minori;
  • Radio, durante determinate ore stabilite da un decreto legge; 
  • Manifesti ed immagini in tutto il territorio;
  • Oggetti promozionali relativi al consumo del prodotto: bicchieri, cestelli e tappi; 
  • Messaggi su veicoli utilizzati per le operazioni classiche di consegna delle bevande devono però rimanere entro i limiti della sobrietà;
  • Documenti commerciali.

Vale la pena ricordare che le sponsorizzazioni e la pubblicità televisiva e cinematografica sono espressamente vietate in Francia; e che, in tutti i casi, le comunicazioni commerciali aventi ad oggetto prodotti vinicoli devono precisare che "l'abuso di alcol è dannoso per la salute"

Sdoganamento e accise per l'export del vino in Francia

Come già visto nella sezione UE della guida, il Mercato Unico dell’UE consente agli operatori il libero movimento delle merci all’interno dello Spazio Economico Europeo, senza costi o restrizioni quantitative, attraverso la semplice presentazione su di una solo una dichiarazione mensile denominata Intrastat Declaration (denominata in Francia come “DEB”), che copre tutti gli scambi intracomunitari.

Tutte le società di paesi terzi sono soggette alle formalità specifiche quando esportano merci nell'UE già viste nella guida dell'UE.

La tassazione del vino in Francia

Dazi Doganali: la Francia fa parte dell'Unione doganale dell'Unione europea, pertanto si rimanda alla sezione UE di questa guida.
Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) (20%): l'equivalente francese dell’IVA si chiama "Taxe sur la Valeur Ajoutée" e l'aliquota ordinaria del 20% si applica all'acquisto del vino, tranne se è consumato in un bar o ristorante, dove l'aliquota fiscale è del 10% (in linea con il cibo consumato all’interno di queste strutture). Accisa sull’alcol: dal 2019, il consumo di vino è soggetto alle seguenti accise: € 3,82/hl per il vino fermo e € 9,44/hl per lo spumante.

Contratti di distribuzione del vino in Francia

Non esiste una legislazione specifica in Francia per quanto riguarda i contratti di distribuzione, ma solo alcune disposizioni specifiche riguardanti le informazioni precontrattuali e la terminazione del rapporto.

Oltre a ciò che è già stato visto nella parte UE di questa guida, qui di seguito una rapida panoramica delle clausole che meritano un'attenta revisione prima della firma del contratto. 

  • Recesso unilaterale. L'articolo L. 442-6, I, 5 ° del codice di commercio francese, in caso di recesso improvviso di una parte da un contratto di durata rilevante, concede all’altra parte un risarcimento dei danni sofferti. Si tratta di una disposizione di "ordine pubblico" e pertanto non può essere in alcun modo derogata. Suggeriamo, quindi, di prestare particolare attenzione al periodo di preavviso al momento del recesso contrattuale: solitamente i tribunali francesi richiedono almeno 1 mese per anno di relazione contrattuale. In questo articolo di Legalmondo, abbiamo analizzato in dettaglio questo aspetto particolare della legge francese. 
  • Territorio & Esclusiva. Il territorio deve essere definito con precisione ed il contratto può prevedere che l'esclusiva possa essere revocata unilateralmente dal produttore se il distributore non raggiunge determinate quantità di vendita ("Minimo di ordini"). 
  • Durata & Stock. Analogamente al settore della moda, il contratto deve considerare le specificità di produzione di ciascun annata, legate all'andamento del raccolto. Il contratto, quindi, può avere un termine fisso di durata, con opzione di rinnovo sottoposta a determinate circostanze. Nella stesura del contratto, è anche necessario tenere in considerazione eventuali residui di stock ed i metodi di riacquisto dei prodotti invenduti.
  • Vendite online. Vendere vino online sul mercato francese è piuttosto complesso per i produttori stranieri, perché la legge richiede il possesso di diverse licenze, stabilite dagli articoli L3332-1-1, L3331-4 e R3332-4 del codice sanitario pubblico francese

Considerando la complessità della legislazione francese, suggeriamo di richiedere la consulenza di un avvocato esperto per la stesura di un contratto di distribuzione con un partner commerciale francese.

Vendere il vino tramite agenti di commercio in Francia

Creare una rete di agenti commerciali è sicuramente uno dei modi più facili per entrare nel mercato francese. Questi contratti sono disciplinati principalmente dalla Direttiva CE 86/653, che ha armonizzato la disciplina in tutti gli Stati Membri (cf. parte UE di questa guida).

Anche in questo caso, tuttavia, la legge francese presenta alcune particolarità, già esaminate in questo articolo di Legalmondo, al quale si fa riferimento per esaustività, ma che si sintetizza qui di seguito: 

  • Indipendenza: l’agente di commercio deve essere indipendente, quindi – nella redazione del contratto e nella gestione del rapporto con l’agente – consigliamo di essere particolarmente attenti a questo aspetto, di modo da non avvicinare la figura dell’agente a quella del rappresentante di vendita, poiché quest’ultimo è considerato – ai sensi della legge francese – un lavoratore dipendente e, in quanto tale, ha diritto a vedere riconosciuti tutti i diritti e riconoscimenti economici tipici dei contratti di lavoro. 
  • Registro. L’agente deve essere iscritto al registro degli agenti di commercio della cancelleria del tribunale di commercio del luogo dove è domiciliato. 
  • Fine del contratto. Preavviso di recesso (Articolo L134-11 alinea 3 del codice di commercio) deve essere di almeno 1 mese per il primo anno, 2 mesi per il secondo anno e 3 mesi per i rapporti più duraturi. 
  • Indennità di fine rapporto: dopo la cessazione del contratto, l’agente ha diritto ad un indennità di fine rapporto (Articolo L134-12 del codice di commercio). Si tratta di una norma d’ordine pubblico, di conseguenza qualunque eventuale clausola che la escluda o riduca sarà considerata come non apposta. L’agente ha 1 anno per far valere questo diritto all’indennità. L’ammontare dell’indennità è quantificata, in misura massima, a 2 anni di provvigioni (lorde) percepite dall’agente. Spetterà però al mandante dimostrare la ragione per la quale l’agente avrebbe diritto a un’indennità inferiore

Anche in questo caso, consigliamo di richiedere la consulenza di un avvocato esperto per la stesura di un contratto di agenzia, in modo tale che tenga in considerazione le necessità delle parti e sia conforme alla normativa europea e francese.

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