Turchia – Nuovo regolamento sull’uso obbligatorio della lira turca

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Il presidente Erdogan ha emanato un decreto presidenziale che impone l’uso obbligatorio della Lira Turca negli accordi conclusi tra soggetti residenti in Turchia. Il decreto (d’ora innanzi: Decreto), che modifica il decreto sulla protezione del valore della lira turca, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore il 13 settembre 2018.

Il Decreto impone l’uso della Lira Turca per l’acquisto e la vendita di tutti i tipi di beni, merci, servizi e immobili. Tutti i contratti di affitto di veicoli, immobili e qualunque altro tipo di beni devono essere effettuati utilizzando le Lire Turche. Il Decreto stabilisce inoltre che i contratti non possono fare riferimento al tasso di cambio della Lira Turca con una valuta straniera.

Andiamo a vedere punto per punto le modifiche introdotte dal regolamento.

Impossibilità di utilizzare le valute straniere nei contratti nazionali

Il Decreto, come già anticipato, prevede che tutti i pagamenti relativi a contratti tra soggetti residenti in Turchia devono essere obbligatoriamente effettuati in Lire Turche, sia che riguardino persone giuridiche, sia che riguardino persone fisiche.

Inoltre, anche tutti i contratti aventi ad oggetto immobili dovranno essere effettuate in Lire Turche, senza alcuna possibilità di far riferimento a valute estere.

Tutti i contratti devono essere modificati entro 30 giorni

Il Decreto prevede, inoltre, che tutti i contratti tra soggetti residenti in Turchia stipulati prima del 13 settembre 2018 devono essere modificati e i pagamenti devono essere convertiti in Lire Turche entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del Decreto (13 settembre 2018): ciò significa che tutti i contratti tra soggetti residenti, basati su valute straniere devono essere modificati entro il 14 ottobre 2018, senza – come già visto – poter vincolare gli importi contrattuali al tasso di cambio con qualsivoglia valuta estera.

Le parti, quindi, sono libere di concordare qualsiasi tasso di cambio nel momento in cui modificano il contratto (ossia entro il 14 ottobre), ma non possono vincolare il contenuto del contratto alle oscillazioni future.

Importazione ed esportazione di beni e servizi

Il nuovo Decreto non ha alcun impatto sui contratti di import-export, a patto che una delle parti del contratto non sia residente in Turchia. Tuttavia si deve notare che il Decreto può avere un impatto sulle controllate turche di società multinazionali che commerciano in valuta straniera.

Non vi è alcuna limitazione nel portare valuta estera nel paese.

Sanzioni

La nuova politica monetaria non prevede alcuna sanzione penale o amministrativa. È probabile che queste vengano adottate dalle nuove regolamentazioni, che dovranno implementare alcuni aspetti pratici per la completa applicazione del Decreto. È opportuno però sottolineare che, in caso di mancata conversione il Lire Turche di un contratto stipulato in valuta straniera, sarà facile per una delle due parti richiedere al Tribunale la modifica del contratto.

Conclusioni

Questo Decreto è uno dei provvedimenti presi dal governo turco per sostenere la Lira Turca, in grande difficoltà. Il crollo del valore della Lira Turca, infatti, è al centro dei provvedimenti governativi degli ultimi 6 mesi, interamente volti a cercare di arginarne il calo del valore.

Fino al 1983 in Turchia erano in vigore politiche simili, sempre allo scopo di proteggere la moneta locale, che poi sono state eliminate dopo le elezioni del 1983 e la nuova visione liberale. Si trattava, però, di un’epoca ed un’economia diversa rispetto a oggi.

Non è ancora chiaro se questo Decreto possa o meno portare ad un miglioramento, ma quello che è sicuro è che gli investitori stranieri (o locali finanziati da istituzioni straniere) dovranno modificare i loro contratti in vigore stipulati in valute estere, convertendoli in Lire Turche.

Berk Çektir
  • Contratti
  • Diritto societario
  • Investimenti

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