Azioni earn out e bonus shares

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Lo scorso 7 novembre, con la massima n. 170, la Commissione Società del Consiglio Notarile di Milano ha esaminato due fattispecie di aumento di capitale molto discusse negli ultimi anni: si tratta degli aumenti di capitale con earn out e con bonus share.

L’esito dell’esame della Commissione Società è stato positivo nei confronti di questi meccanismi innovativi. È stata, infatti, confermata la legittimità di delibere di aumenti di capitale con conferimento d’azienda in cui si concordava l’emissione di un ulteriore numero di azioni, sospensivamente condizionata al verificarsi di determinate condizioni generalmente relative al raggiungimento di obiettivi economici, prestabiliti negozialmente, da parte della società dell’azienda conferita.

La seconda ipotesi oggetto di analisi della Commissione Società riguarda aumenti di capitale in cui è premiata la “fedeltà” di chi compra il pacchetto azionario e non lo rivende per un certo periodo di tempo, concordato negozialmente. Al realizzarsi della condizione sospensiva temporale la società dovrà assegnare ulteriori azioni, a titolo di “bonus”, a chi abbia mantenuto il pacchetto azionario acquistato in sede di aumento di capitale.

Queste novità sono certamente strumenti interessanti che arricchiscono il panorama offerto agli operatori del mercato e che meritano di essere prese in considerazione in sede di negoziazione di nuovi investimenti, ma è necessario non distogliere l’attenzione dal rispetto delle regole di diritto societario poste a tutela e garanzia della corretta formazione del capitale sociale.

Nelle S.p.a. con azioni con valore nominale e nelle S.r.l. è necessario assicurarsi che in sede di delibera del secondo aumento di capitale ovvero quello in cui vengono emesse le azioni earn out e quelle bonus vi siano adeguate riserve a copertura del capitale.

Il notaio, dunque, nel caso di aumento del capitale con earn out, è tenuto a verificare che nella redazione della relazione giurata ai sensi degli articoli 2343 o 2343-ter c.c., l’esperto attesti che il valore dei beni conferiti sia almeno pari al valore complessivo dell’aumento di capitale, incluso il valore delle azioni emesse al verificarsi della condizione sospensiva intrinseca nelle azioni earn out.

Le società devono dunque “far quadrare i conti” e questo rende più elaborato il processo di introduzione dei meccanismi in esame.

Bonus shares e azioni earn out sono di più semplice utilizzo nelle società con azioni senza valore nominale: in tali società, infatti, non sarà necessario procedere con ulteriori aumenti di capitale, essendo possibile emettere nuove azioni con la riduzione della parità contabile delle azioni già emesse.

Siamo di fronte a nuovi strumenti di indiscusso interesse per investitori e professionisti che saranno sicuramente oggetto di ulteriore studio e di un sempre maggiore utilizzo nella realtà economica.

L’autore di questo articolo è Giovannella Condò.

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