Il Contratto di Agenzia Commerciale in USA

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Come sono regolati i contratti di agenzia negli Stati Uniti?

Per comprendere la regolamentazione dei contratti di agenzia commerciale negli Stati Uniti, è utile ricordare l'interazione tra la legge federale e statale e la common law nel sistema legale degli Stati Uniti. Secondo la Costituzione degli Stati Uniti, tutto il potere non specificamente riservato al governo federale rimane in capo agli Stati. La legge federale ha giurisdizione esclusiva solo su determinati tipi di casi (ad esempio, quelli che coinvolgono leggi federali, controversie tra Stati e casi che coinvolgono governi stranieri) e condivide la giurisdizione con i tribunali statali in altre aree (ad esempio, casi che coinvolgono parti che risiedono in Stati diversi). Nella stragrande maggioranza dei casi, tuttavia, il diritto statale ha giurisdizione esclusiva.

L'agenzia commerciale è regolata a livello statale piuttosto che dalla legge federale degli Stati Uniti[1]. Quasi due terzi degli Stati USA hanno adottato una legislazione specifica per i rapporti di agenzia commerciale con soggetti non dipendenti. La maggior parte delle leggi statali che regolano l'agenzia commerciale si riferiscono al rapporto tra un preponente e un agente che sollecita ordini per l'acquisto dei prodotti del preponente, principalmente in transazioni all'ingrosso piuttosto che al dettaglio (sebbene la legge statale abbia spesso regole speciali per i rapporti di agenzia per quanto riguarda le transazioni immobiliari e le polizze assicurative). Tipicamente, la legge statale in questo settore segue la definizione di common law di agenzia, che pone un obbligo fiduciario a carico dell'agente a beneficio del preponente, di agire per conto del preponente e sotto il suo controllo.

Un secondo tema generale da notare per comprendere la regolamentazione dei contratti di agenzia commerciale negli Stati Uniti è l'importanza primaria della dottrina della libertà contrattuale secondo la giurisprudenza del diritto statale. Come suggerisce il titolo, in linea di principio, i tribunali che interpretano un contratto generalmente cercheranno di rispettarne i termini. Esistono eccezioni laddove l'ordine pubblico richieda diversamente (ad esempio, nell’ambito del consumatore o dell'investitore, nei casi di contratti per adesione o laddove si riscontri l'esistenza di termini irragionevoli). Di conseguenza, la legge statale contiene generalmente poche regole obbligatorie e sostanziali che si sovrappongono al rapporto tra preponente ed agente in un contratto di agenzia. Con alcune eccezioni (ad esempio, ai sensi di alcune leggi statali sul franchising, laddove il rapporto sia considerato franchising ai sensi di tali leggi), le parti sono generalmente libere di contrattare come desiderano in settori che vanno dai termini di pagamento all'allocazione del rischio ad altri termini commerciali.

[1] Poiché gli avvocati Kuhn e Sardi sono autorizzati ad esercitare nello Stato di New York, questo articolo fornisce informazioni su questioni di agenzia con particolare attenzione alla legge dello Stato di New York. Le informazioni sulle leggi di altri stati si basano solo sulla ricerca generale e sull'esperienza con tali stati.

Le disposizioni legali generali applicabili ai contratti di agenzia

Le leggi statali sull'agenzia riguardano principalmente gli agenti a provvigione e, dove esistono, mirano principalmente a garantire che il preponente paghi tempestivamente all'agente le provvigioni dovute[2]  sanzionandolo con un multiplo (spesso da due a quattro volte) delle provvigioni non pagate, nonché con il rimborso delle spese legali e dei costi sostenuti dall'agente per riscuotere l'importo non pagato. Altri Stati richiedono in aggiunta che gli accordi di agenzia soddisfino determinate formalità, ad esempio che abbiano forma scritta (ai sensi del cosiddetto "Statuto delle frodi" in vigore nella maggior parte degli Stati) o che contengano informazioni specifiche (ad esempio, come verranno calcolate le provvigioni). Una minoranza di Stati impone inoltre requisiti sostanziali, come un periodo minimo di preavviso per la risoluzione, l'obbligo di pagare provvigioni su determinate spedizioni successive alla cessazione del rapporto o in corso alla scadenza o risoluzione del contratto di agenzia.

La legge di New York non impone formalità per la creazione di un rapporto di agenzia. Infatti, secondo la legge di New York, in assenza di circostanze in cui si applicano le regole generali dello Statuto delle frodi di New York come stabilite nel § 5-701 della Legge Generale sulle Obbligazioni, le parti possono ritenersi vincolate da un rapporto di agenzia anche senza firmare un contratto che evidenzi il corrispettivo o qualsiasi altro documento che dimostri il loro accordo. La legge di New York regola il pagamento delle provvigioni di vendita ai sensi del diritto del lavoro di New York Il diritto del lavoro di New York definisce un rappresentante di vendita come un contraente indipendente che sollecita ordini a New York per l'acquisto all'ingrosso di un prodotto di un fornitore o è compensato interamente o parzialmente tramite provvigione[3]. Tuttavia, il diritto del lavoro di New York non disciplina in modo significativo l'effettivo rapporto di rappresentanza commerciale.

[2] N.Y. Lab. Law §§ 191(1)(c), 191-a, 191-b, 191-c.

[3] Id. § 191-a(d).

Indipendenza

Un elemento che definisce l'agenzia secondo la legge di New York e le leggi della maggior parte degli Stati è il controllo del preponente sull'agente. Infatti, la questione se il preponente sia vincolato dagli atti dell'agente dipende, in gran parte, dalla presenza in capo all'agente del potere reale o apparente di agire per conto del preponente. Diversa dalla questione della vincolatività per il preponente degli atti compiuti dall’agente, è la questione della creazione di una stabile organizzazione del preponente per effetto degli atti dell’agente ai sensi delle norme fiscali applicabili (come ulteriormente discusso di seguito) e/o di un rapporto tra datore di lavoro e dipendente ai sensi del diritto del lavoro vigente nella giurisdizione dell'agente, sottoponendo così potenzialmente il preponente a onerosi obblighi ai sensi delle norme federali e statali in materia fiscale e del lavoro. Due fra i molti fattori considerati nel determinare se un tale rapporto possa essere qualificato come lavoro subordinato, sono i seguenti: (i) se l’agente fornisce i servizi secondo i propri metodi e (ii) se l’agente è soggetto al controllo del preponente (diverso da quello relativo ai risultati del lavoro dell'agente). Entrambe le analisi dipendono dai fatti e dalle circostanze del caso.

Differenze con altri intermediari

La principale differenza tra un agente e un distributore riguarda essenzialmente la proprietà ed il rischio. Mentre un agente agisce per conto del preponente, che rimane proprietario del prodotto o del servizio, i distributori si assumono la proprietà e il rischio (del prodotto) e commerciano a proprio rischio e per conto proprio.

Il distributore si assume la responsabilità legale per i propri atti ed omissioni. Poiché il distributore acquista la proprietà, incorre in un grado di rischio maggiore rispetto ad un agente nel corso della sua attività. D'altra parte, un agente è un intermediario autonomo, in quanto contraente indipendente, munito del potere di negoziare per conto del preponente in maniera continuativa. L'agente può negoziare e commerciare per conto e in nome di tale preponente. Poiché non acquista la proprietà della merce, l'agente non assume responsabilità.

Inoltre, poiché un distributore è in genere un terzo indipendente che agisce in proprio piuttosto che per conto del fornitore preponente, i contratti di distribuzione sono soggetti a una maggiore regolamentazione ai sensi delle leggi antitrust federali e statali degli Stati Uniti. Tali leggi, tra le altre cose, (i) disciplinano se ed in quale misura un fornitore in un contratto di distribuzione possa, nel contratto o in altro modo, imporre il prezzo al quale il distributore rivenderà i prodotti forniti; (ii) impongono restrizioni ai fornitori che effettuano una "doppia distribuzione" (vendita diretta del prodotto e tramite un distributore); e (iii) possono limitare la facoltà dei fornitori di vendere prodotti a distributori diversi a un prezzo diverso. La legge antitrust regola anche gli accordi di esclusiva e distribuzione selettiva, nonché i rapporti di distribuzione in alcuni settori (ad esempio, a livello federale: produttori di automobili e petrolio; a livello statale, i settori delle attrezzature pesanti, liquori ed attrezzature agricole).

Inoltre, i contratti di distribuzione spesso possono essere assimilati ai contratti di franchising, sottoponendoli ad una dettagliata regolamentazione federale e statale.

Oltre alle differenze rispetto ai distributori commerciali, i rapporti di agenzia commerciale devono anche essere distinti dagli accordi di franchising, che sono maggiormente regolamentati e hanno molte implicazioni per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale.

Contrariamente alla legge statale degli Stati Uniti che disciplina gli accordi di agenzia commerciale e di distribuzione[4], gli accordi di franchising negli Stati Uniti sono regolati a livello federale e statale. A livello federale, gli accordi di franchising sono regolati dalla Federal Trade Commission ("FTC") degli Stati Uniti ai sensi della cosiddetta "FTC Franchise Rule", mentre a livello statale gli accordi di franchising sono in genere regolati da agenzie statali. A New York, gli accordi di franchising sono regolati dal New York Antitrust Bureau ai sensi della General Business Law di New York[5]. La FTC Franchise Rule si applica ovunque negli Stati Uniti, mentre generalmente la legislazione statale sul franchising richiede il contatto con lo Stato (ad esempio, l'offerta o la vendita del franchising deve essere effettuata nello Stato, l'attività in franchising si trova nello Stato o il franchisor o l'affiliato è residente nello Stato).

La legge e la regolamentazione del franchising prevedono anche, in una certa misura, un'eccezione alla dottrina generale della libertà contrattuale che è alla base della legge statale degli Stati Uniti sui contratti, in quanto tali relazioni sono soggette a una regolamentazione significativamente maggiore rispetto alle agenzie commerciali e agli accordi di distribuzione esclusiva. In effetti, alcuni Stati degli Stati Uniti impongono determinati termini commerciali obbligatori sul rapporto di franchising, di solito relativi a periodi di preavviso e motivi di risoluzione. Più comunemente, le leggi federali e statali sul franchising richiedono che il franchisor fornisca al franchisee un'ampia divulgazione in relazione agli elementi chiave del franchising proposto e / o effettui determinate registrazioni in relazione al franchising. Questo maggiore grado di regolamentazione a livello statale e federale si basa sull'opinione che il franchisee in un rapporto franchisor-franchisee richieda una maggiore protezione rispetto alle parti di accordi commerciali in generale, a causa delle disparità di esperienza, sofisticatezza e risorse tra franchisor e franchisee.

Ai sensi della FTC Franchise Rule, un franchising esiste se esistono i seguenti elementi: (i) al franchisee è concesso il diritto di distribuire beni e servizi che recano il marchio d’impresa o di servizio del franchisor, il nome commerciale, il logo o altro simbolo commerciale del franchisor; ii) il franchisor ha un controllo significativo o conferisce importanza al metodo di operatività del franchisee; e (iii) il franchisee è tenuto a pagare al franchisor (o a un affiliato del franchisor) almeno US $ 500 prima dell'apertura per l'attività o entro i 6 mesi successivi.

[4] Con le eccezioni relative alla legge federale antitrust come indicato nei capitoli precedenti sulla legge degli Stati Uniti di cui sopra.

[5] N.Y. Gen. Bus. Law §§ 360, et seq

Quali formalità sono necessarie affinché un preponente straniero possa nominare un agente negli Stati Uniti?

Gli accordi verbali sono validi ai sensi della legge della maggior parte degli Stati a meno che non si applichi lo Statuto delle Frodi (che è stato adottato dalla maggior parte degli Stati). Ai sensi dello Statuto delle Frodi, alcuni accordi sono applicabili solo se riportati in un documento scritto. Lo Statuto delle Frodi si applica generalmente ai contratti di vendita di beni ai sensi del Codice Commerciale Uniforme adottato da un singolo Stato. In molti stati, tra cui New York, regole simili sono state emanate per disciplinare accordi che non comportano strettamente la vendita di beni. Ai sensi dello Statuto delle Frodi di New York[6], qualsiasi accordo – compresa l'agenzia commerciale – che non può essere eseguito entro un anno o completato nel corso di una vita deve avere forma scritta. Non esiste un formato particolare che la scrittura deve avere per essere valida. Qualsiasi tipo di scrittura è sufficiente, comprese le note o i memorandum, purché siano firmati dalla parte contro la quale vanno fatti valere, e sempre che altri elementi necessari per la formazione del contratto siano soddisfatti in base alle regole generali.

In generale, il diritto statale degli Stati Uniti non impone alcun requisito di registrazione o deposito in relazione ai rapporti di agenzia. Un'eccezione degna di nota è per le relazioni di agenzia che sono "franchising" o "opportunità di business" ai sensi della legge statale o federale.

[6] N.Y. Gen. Oblig. Law § 5-701 (a)(1).

Negli Stati Uniti come sono regolati i diritti di esclusiva degli agenti?

La legge statale generalmente non contiene disposizioni obbligatorie sull'esclusiva. Indirettamente, possono essere applicate alcune regole (come lo Statuto delle Frodi ai sensi della legge di New York che richiede che le clausole di esclusiva siano in forma scritta se superano un anno). In mancanza, le parti di un contratto di agenzia commerciale possono generalmente concordare i termini dell’esclusiva, ad esempio (i) il divieto all'agente di stipulare contratti di agenzia con altri preponenti che riguardino lo stesso oggetto nello stesso territorio; ii) la facoltà del preponente di trattare direttamente con clienti situati nello stesso territorio senza il coinvolgimento dell'agente; (iii) la limitazione alla promozione e alle vendite attraverso Internet (ad esempio, se si può vietare di farlo tramite il sito web del preponente e / o se l'agente può farlo attraverso il proprio sito web); e (iv) il riconoscimento di una provvigione all'agente sulle vendite effettuate dal preponente online ai clienti sul territorio.

Generalmente, la legge statale non prevede il diritto di un agente alle provvigioni sulle vendite online; queste devono essere concordate contrattualmente. Se un agente ha diritti di esclusiva, a volte le parti concordano contrattualmente che le vendite online effettuate in un territorio e/o a clienti e/o rivenditori determinati debbano essere conteggiate come una "vendita" originata dall'agente commerciale ai fini del calcolo delle provvigioni o degli obiettivi di vendita.

Clausole di non concorrenza nei contratti di agenzia negli Stati Uniti

Le clausole di non concorrenza sono abbastanza comuni nei contratti di agenzia commerciale. Queste disposizioni sono generalmente valide ai sensi della legge statale. In via di eccezione, alcuni patti di non concorrenza potrebbero essere impugnabili ai sensi delle leggi antitrust federali o statali come restrizione irragionevole del commercio (ad esempio, ai sensi della Sezione 1 dello Sherman Antitrust Act del 1890 (lo "Sherman Act") o ai sensi delle Sezioni 340-347 della General Business Law di New York del 1899 (il "Donnelly Act")). Tali contestazioni sono state rare e generalmente infruttuose in assenza di fatti insoliti.

I tribunali statali spesso esaminano le disposizioni contrattuali intese a limitare la concorrenza dopo la scadenza del termine del contratto di agenzia. Ai sensi dei principi antitrust (Sherman Act § 1 e del Donnelly Ac § 340) e di common law, tali patti devono essere ragionevoli in termini di durata ed estensione affinché siano validi[7]. Se l’estensione è ritenuta irragionevole, gli Stati differiscono nel trattamento della disposizione contrattuale incriminata. In alcuni Stati (tra cui New York) i giudici applicheranno il patto solo nella misura ragionevole (modificando le disposizioni con la rimozione delle parti sanzionate in base alla cosiddetta regola della "matita blu"); in altri stati, un patto troppo ampio sarà interamente annullato. A New York e in alcuni altri Stati, i tribunali generalmente ritengono validi i patti di non concorrenza se, oltre alla ragionevolezza, il patto protegge un legittimo interesse commerciale. Vale la pena notare che in California i patti di non concorrenza sono generalmente inefficaci (tranne che in circostanze limitate, come la vendita di aziende commerciali[8] e gli scioglimenti di aziende[9]).

Spesso, l’accordo fra le parti di un contratto di agenzia su una clausola di non concorrenza dipenderà in parte dalla presenza o meno di diritti di esclusiva a favore dell'agente. Laddove un agente non abbia diritti di esclusiva, spesso il preponente ha una leva per chiedere che l'agente accetti di non vendere prodotti concorrenti.

Come evidenziato, i patti di non concorrenza post-cessazione sono considerati con maggiore scetticismo dai tribunali e la loro inefficacia dipende da vari fattori, ad esempio se l’impegno di non concorrenza sia supportato o meno dal pagamento di un corrispettivo supplementare da parte del preponente, e dalla "ragionevolezza" dell'impegno, in termini di portata geografica e durata.

Per questi motivi, spesso un preponente cerca di ottenere una protezione simile attraverso clausole di riservatezza e non sollecitazione post-cessazione in luogo di una clausola di non concorrenza. Tali disposizioni spesso dal lato pratico forniscono al preponente un'adeguata protezione sulle principali problematiche che una clausola di non concorrenza in genere mira ad affrontare, dissuadendo l'agente dallo storno di clienti e dipendenti dopo la cessazione. Tuttavia, (a) le disposizioni sulla riservatezza da sole non sono ideali a tale scopo in quanto non impediscono all'agente commerciale di contattare un cliente o un concorrente, mentre il preponente dovrebbe dimostrare che l'agente ha utilizzato le sue informazioni sensibili senza autorizzazione e (b) alcuni dei problemi di validità sopra descritti possono applicarsi all'obbligo di non sollecitazione.

[7] Vedi Worldhomecenter.Com, Inc., v. PLC Lighting, Inc., 851 F. Supp. 2d 494, 501-02 (S.D.N.Y. 2011).

[8] Vedi Edwards v. Arthur Andersen LLP, 189 P. 3d 285, 290-91 (Cal. 2008).

[9] Vedi Gordon v. Landau, 321 P.2d 456,459 (Cal. 1958).

È possibile che un contratto di agenzia internazionale si regolato dalla legge straniera?

È possibile scegliere l'applicazione di una legge straniera in un contratto di agenzia, semplicemente con una disposizione contrattuale. I tribunali di New York in genere riconoscono le clausole di legge straniera. Tuttavia, la questione se un determinato tribunale di New York applicherà una clausola di scelta della legge applicabile non è semplice.

La Corte d'Appello di New York ha stabilito che, in generale, le intenzioni manifestate delle parti di far regolare il contratto dalla legge di una particolare giurisdizione sono rispettate[10]. Allo stesso modo, la Seconda Circoscrizione ha ritenuto che, in assenza di una violazione di una politica statale fondamentale, i tribunali di New York generalmente si rimettono alla scelta della legge fatta dalle parti di un contratto, osservando tuttavia che la legge di New York autorizza un tribunale a ignorare la scelta delle parti quando i "contatti più significativi" con la materia oggetto della lite si trovano in un'altra giurisdizione[11].

In ogni caso, se l'intenzione delle parti è un fattore significativo ai sensi del diritto di New York, non è il fattore decisivo. A New York, è richiesto un contatto minimo con lo stato per invocare la normativa di New York sui contratti di agenzia[12].

Pertanto, la cosa migliore è scegliere la legge di uno Stato che non solo sia accettabile per le parti, ma abbia anche una relazione sostanziale con le parti stesse o con l'adempimento dei loro obblighi.

In assenza di qualsiasi scelta, la legge che regola il contratto dipende dai luoghi in cui i servizi sono stati resi o i prodotti sono stati venduti. È una questione da affrontare e risolvere secondo le norme sui conflitti di leggi, che variano in ciascuno Stato.

Evidenziamo inoltre che, ai sensi del paragrafo 5-1401 della Legge Generale sulle Obbligazioni di New York, le parti possono scegliere la legge di New York per regolare il contratto se la transazione sottostante concerne US $ 250.000 o più, a prescindere se tale contratto abbia o meno una relazione ragionevole con lo Stato. Ciò vale anche quando le norme di New York sui conflitti di leggi conducano all’applicazione del diritto di un altro Paese[13].

[10] Vedi Freedman v Chem. Constr. Corp., 43 N.Y.2d 260, 265 (1977). Vedi anche: Terwilliger v. Terwilliger, 206 F.3d 240, 245 (2d Cir. 2000) e Donenfeld v Brilliant Tech. Corp., 96 A.D.3d 616, 616 (1st Dept. 2012).

[11] Vedi Cargill v Charles Kowsky Res., Inc., 949 F.2d 51, 55 (2d Cir.1991). Vedi anche: Zuckerman v. Metro. Museum of Art, 307 F.Supp.3d 304, 324 (S.D.N.Y. 2018) and Brink's Ltd. v. South African Airways, 93 F.3d 1022, 1030–31 (2d Cir.1996).

[12] Vedi D&R Global Selections, S.L. v. Bodega Olegario Falcon Pineiro, 29 N.Y.3d 292, 300 (2017). Vedi anche: Burger King Corp. v. Rudzewicz, 471 U.S. 462, 464 (1985).

[13] Vedi IRBBrasil v. Resseguros, S.A. v. Inepar Investments, S.A., 20 N.Y.3d 310, 316, 958 N.Y.S.2d 689, 692 (N.Y. 2012).

Clausole di risoluzione delle controversie nei contratti di agenzia negli Stati Uniti

Secondo la legge della maggior parte degli Stati (inclusa New York), le parti sono libere di concordare di risolvere le controversie derivanti da un contratto di agenzia commerciale mediante composizione amichevole, arbitrato o giudizio ordinario. Sebbene in precedenza guardati con sfavore per i casi in materia di antitrust, gli accordi di arbitrato sono ampiamente riconosciuti ai sensi del Federal Arbitration Act 9 U.S.C. § 1, et seq[14].

Ai sensi del paragrafo 5-1402 della Legge Generale di New York sulle Obbligazioni in relazione alla competenza territoriale, se le parti scelgono la legge di New York per disciplinare il loro contratto, la transazione riguarda un importo di 1 milione di dollari o più e le parti accettano di sottoporsi alla giurisdizione di New York, le corti di New York sono tenute a giudicare della relativa causa. Sebbene vi siano stati casi contrari, la legge di New York prevede inoltre che un tribunale di New York non possa sospendere o respingere tale azione sulla base del forum non conveniens[15].

[14] Vedi Stolt–Nielsen S.A., v. Animalfeeds Int’l Corp., 559 U.S. 662, 688 (2010).

[15] N.Y. C.P.L.R. § 327(b).

Riconoscimento di una sentenza giudiziale o arbitrale emessa all’estero

Le decisioni giudiziarie e arbitrali straniere in materia commerciale sono generalmente riconosciute e sono esecutive negli Stati Uniti, a determinate condizioni e salvo eccezioni. In sintesi, è necessario prima rivolgersi ad un tribunale, essendo anche una questione di diritto statale.

Nella maggior parte delle giurisdizioni negli Stati Uniti, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni straniere sono disciplinati dal diritto interno locale e dai principi di cortesia, reciprocità e res judicata (vale a dire, le questioni in questione sono già state decise).

L'esecuzione di sentenze straniere non può avvenire mediante rogatoria negli Stati Uniti. Secondo il diritto statunitense, un soggetto che intenda eseguire una sentenza, un decreto o un ordine straniero negli Stati Uniti deve avviare una procedura dinanzi a un tribunale competente. Tale tribunale deciderà se riconoscere ed eseguire tale sentenza, decreto o ordinanza straniera.

Il riconoscimento delle sentenze da parte di tribunali stranieri non è automatico a New York. Per poter beneficiare del riconoscimento a New York devono essere soddisfatti i motivi per il riconoscimento di cui alle disposizioni del New York Civil Procedure Law & Rules (CPLR) da 5301 a 5309. Questa legge adotta lo Uniform Foreign Country Money-Judgments Recognition Act come parte del diritto di New York.

Il riconoscimento e l'esecuzione di lodi arbitrali stranieri è altresì possibile in base alla "Convenzione di Arbitrato di New York" (o "Convenzione di New York") in quanto è uno degli strumenti chiave nell'arbitrato internazionale. La Convenzione di New York si applica al riconoscimento e all'esecuzione di lodi arbitrali stranieri e al rinvio da parte di un tribunale all'arbitrato.

Risoluzione del contratto di agenzia

Il diritto contrattuale statale non impone alcun periodo di preavviso specifico in merito al contratto di agenzia commerciale, salve specifiche eccezioni di legge (ad esempio, ai sensi delle leggi di alcuni Stati per accordi che sono considerati contratti di franchising, opportunità commerciali o contratti di concessione).

È prassi comune negli Stati Uniti prevedere che un contratto di agenzia commerciale possa essere risolto da una delle parti, a sua discrezione, con un certo preavviso (di solito 30 giorni). Tali disposizioni sono generalmente valide, salvo che (e nella misura in cui) l'agente abbia effettuato investimenti di capitale per eseguire le sue prestazioni, su insistenza o almeno nella consapevolezza del preponente, e non abbia avuto una ragionevole opportunità per recuperare tali investimenti.

Se il contratto è a tempo indeterminato, una parte può generalmente risolvere il contratto con un preavviso (da 30 a 60 giorni nella maggior parte dei casi) che sia ragionevole alla luce delle circostanze[16]. Per determinare la ragionevolezza di tale termine, una parte dovrebbe prendere in considerazione fattori quali: (a) la natura dell'attività interessata; b) il rapporto delle parti (i rapporti esclusivi possono richiedere un preavviso più lungo); c) la richiesta o l’incoraggiamento da parte del fornitore al distributore, ad investire capitale per adempiere ai propri obblighi, nel qual caso il fornitore può risolvere il contratto solo per una violazione sostanziale o dopo che al distributore è stata data una ragionevole opportunità di recuperare il suo investimento; e (d) l’assimilazione ad un contratto di franchising, opportunità commerciale o contratto di concessione.

[16] N.Y. U.C.C. § 2-309(3).

Quando è possibile la risoluzione anticipata del contratto di agenzia?

Il diritto statale generalmente non contiene disposizioni sulla "giusta causa" che consentono a una parte di risolvere anticipatamente un contratto di agenzia. Inoltre, per una questione di terminologia, negli Stati Uniti "giusta causa" potrebbe essere confusa con il termine "per causa", ovvero un evento che consente il licenziamento di un dipendente da parte di un datore di lavoro. Nel linguaggio statunitense, i diritti di risoluzione anticipata sono in genere attivati da "eventi di default" che sono negoziati e concordati dalle parti nel contratto di agenzia.

Gli eventi tipici di inadempienza in un contratto di agenzia includono: (a) la violazione "materiale" del contratto ad opera dell'altra parte (che sia irrimediabile o non venga risolta entro un tempo ragionevole, ad esempio, 30 giorni dopo il ricevimento di diffida scritta) (b) il fallimento, l'insolvenza o le difficoltà finanziarie dell'altra parte (sebbene quest'ultima categoria possa essere inapplicabile nei confronti di un debitore durante una procedura fallimentare, simili ipotesi di inadempimento sono in genere incluse negli accordi commerciali in quanto possono essere innescate da altri eventi correlati, ad esempio l'incapacità di pagare i debiti alla scadenza). Altri casi di inadempienza possono includere inadempienze incrociate (violazione e/o successiva risoluzione di qualsiasi altro contratto), il cambio di controllo di una parte o la mancanza di determinate persone chiave che agiscano per suo conto, e, nei casi in cui l'agente ha diritti di esclusiva, la realizzazione di un fatturato annuale lordo o netto inferiore a determinati minimi concordati.

In assenza di precisazione dei casi di inadempienza o di clausole sulla risoluzione, ai sensi del diritto contrattuale statale in generale, una parte di un contratto può risolverlo in caso di violazione rilevante degli obblighi dell’altra parte (ai quali non venga posto rimedio). Tale rilevanza richiede un'analisi fattuale ai sensi del diritto statale applicabile. Ad esempio, a New York, i tribunali hanno definito una violazione "rilevante" come una violazione "che va alla radice del contratto"[17]. Ciò richiede che la violazione sia così sostanziale e fondamentale da tendere fortemente a vanificare l'oggetto delle parti nella stipula del contratto[18]. Spesso i tribunali di New York ritengono che una violazione sia rilevante se (a) una parte non riesce a eseguire una parte sostanziale del contratto oppure uno o più dei suoi termini o condizioni essenziali, (b) la violazione vanifica sostanzialmente lo scopo del contratto, (c) la violazione è tale che, in base a un'interpretazione ragionevole del contratto, le parti la considerano vitale per l'esistenza del contratto o (d) una parte riceve qualcosa di sostanzialmente inferiore o diverso da quello per cui ha stipulato il contratto[19].

Di conseguenza, le parti di un contratto di agenzia dovrebbero individuare con precisione gli eventi chiave la cui presenza (o assenza) possa legittimare la parte non inadempiente alla risoluzione anticipata e dovrebbero prevedere gli stessi come casi di inadempienza nel contratto di agenzia.

[17] Vedi Frank Felix Assoc., Ltd. v. Austin Drugs, Inc., 111 F.3d 284, 289 (2d Cir. 1997).

[18] Vedi Smolev v. Carole Hochman Design Grp., Inc., 913 N.Y.S.2d 79, 80 (1st Dep't 2010).

[19] Vedi Viacom Outdoor, Inc., v. Wixon Jewelers, Inc., 25 Misc.3d 1230(A), 2009 WL 4016654 (N.Y.Sup.), citing 23 Williston on Contracts § 63:3 (4th ed.).

Indennità di risoluzione nei contratti di agenzia negli Stati Uniti

Il diritto statale (inclusa la legge di New York) in genere non richiede la corresponsione di un risarcimento (spesso indicato al di fuori degli Stati Uniti come "indennità") quando un contratto di agenzia commerciale cessa o viene risolto in conformità con i termini dell'accordo. Come è stato notato, alcuni Stati prevedono il diritto dell’agente alle provvigioni sugli ordini in corso alla fine del rapporto.

Un agente commerciale può essere considerato come una "stabile organizzazione" negli Stati Uniti di una società preponente straniera?

Generalmente, non si ritiene che un preponente straniero abbia una stabile organizzazione negli Stati Uniti se svolge attività attraverso un agente commerciale indipendente (senza altri contatti o attività negli Stati Uniti). Tuttavia, se l'agente è considerato un "agente dipendente", il preponente straniero può correre il rischio di vedersi attribuire una stabile organizzazione negli Stati Uniti ai fini fiscali statunitensi.

La questione se un agente commerciale sia indipendente va valutata secondo i fatti e le circostanze. Va considerato ad esempio se l'agente abbia o meno il potere di vincolare il preponente e se svolga o meno una parte sostanziale della negoziazione del contratto che viene firmato in ultima analisi dal preponente.

Più in generale, lo stabilire se un preponente straniero abbia una stabile organizzazione statunitense (non basata esclusivamente sul contratto di agenzia) dipende anche da fatti e circostanze oggetto di analisi ai sensi dell'Internal Revenue Code degli Stati Uniti o dall’eventuale trattato sull'imposta sui redditi applicabile tra gli Stati Uniti e il paese di origine del preponente.

Quali sono i diritti e gli obblighi di un agente ai sensi del diritto statunitense?

In generale, i seguenti sono i doveri più importanti dell'agente ai sensi della common law statale:

  • l'agente non deve agire eccedendo i suoi poteri espliciti ed impliciti;
  • l'agente deve usare cura, competenza e diligenza nell'agire per conto del preponente;
  • l'agente deve obbedire alle istruzioni del preponente purché siano legittime;
  • l'agente deve evitare comportamenti che danneggino l'attività del preponente;
  • l'agente non deve agire per la controparte in un affare con il preponente;
  • l'agente non può competere con il preponente nella stessa attività in cui l'agente agisce per il preponente senza il consenso di quest’ultimo;
  • l'agente deve fornire al preponente le informazioni relative alla commercializzazione dei prodotti del preponente;
  • l'agente deve separare, contabilizzare e rimettere al preponente tutti gli importi riscossi per conto del preponente e altri beni del preponente;
  • l'agente non deve ricevere alcun compenso da terzi in relazione a transazioni o azioni su cui l'agente agisce per conto del preponente;
  • l'agente deve mantenere la riservatezza e non abusare delle informazioni riservate del preponente.


L'agente è soggetto a un obbligo generale di buona fede nell'adempimento delle sue responsabilità e dei rapporti gestiti per conto del preponente in base ad un contratto di agenzia. Tuttavia, gli obblighi generali dell’agente non prevalgono su quelli specificamente previsti nel contratto tra le parti. Secondo la legge di New York, l'agente è tenuto verso il preponente a doveri di lealtà, obbedienza e cura. In base a questi doveri, un agente non può in una transazione avere interessi contrari a quelli del suo preponente (ad esempio, contratto con se stesso, profitti non dichiarati); l'agente deve obbedire a tutte le indicazioni ragionevoli del preponente e deve svolgere il suo incarico con ragionevole cura (il che include l'obbligo di segnalare al preponente tutte le questioni che vengono a conoscenza dell'agente e che riguardano l’oggetto dell'agenzia).

Quali sono i diritti e gli obblighi del preponente ai sensi del diritto statunitense?

I seguenti sono i doveri più importanti del preponente ai sensi della common law statale:

  • i preponenti devono prontamente pagare agli agenti cessati le provvigioni a loro dovute; nella maggior parte degli Stati, il mancato pagamento può comportare sanzioni, compresi danni multipli. Alcuni Stati applicano sanzioni simili anche al mancato pagamento tempestivo delle provvigioni durante il rapporto; altri Stati richiedono che venga pagata una provvigione sulle transazioni in corso al momento della risoluzione;
  • secondo le leggi di alcuni Stati, un contratto di agenzia deve essere in forma scritta e alcune formalità vanno rispettate, affinché il contratto sia vincolante. Come indicato nella sezione 1.1, le formalità riguardano principalmente la specificazione della base di calcolo delle provvigioni. Diversi Stati richiedono inoltre che agli agenti vengano fornite, e in alcuni casi firmino per ricevuta, copia dei loro contratti di agenzia.


Generalmente, ai sensi della legge statale, il principale e l'agente sono tenuti ad agire in buona fede nell'adempimento dei loro obblighi in un rapporto di agenzia, ferme restando le clausole espressamente concordate nel contratto. Inoltre, secondo le leggi di alcuni Stati, il preponente è tenuto a manlevare l'agente dalle responsabilità nei confronti di terzi derivanti dall'esecuzione dei doveri dell'agente, a compensare ragionevolmente l'agente per i suoi servizi e a rimborsare all'agente le spese ragionevoli sostenute per svolgere tali servizi. La legge di New York non prevede alcun obbligo vincolante in capo al preponente a favore dell'agente a questo proposito (i tribunali di New York hanno costantemente ritenuto che il diritto di un agente alla manleva da parte di un preponente si basi sul contratto)[20].

[20] Vedi McDermott v. State, 50 N.Y.2d 211, 216, 428 N.Y.S. 2d 643, 646 (N.Y. 1980) (citing McFall v. Compagnie Maritime Belge (Lloyd Royal), S.A., 304 N.Y. 314, 326 (N.Y. 1952)), accord. Riviello v. Waldron, 47 N.Y.2d 297, 306, 418 N.Y.S.2d 300, 305 (N.Y. 1979), Rock v. Reed-Prentice Div. of Package Mach. Co., 39 N.Y.2d 34, 39, 382 N.Y.S.2d 720, 722 (N.Y. 1976).

Come può essere remunerato l’agente commerciale?

Non ci sono regolamenti federali o statali specifici per quanto riguarda le provvigioni o i conti deposito nei contratti di agenzia commerciale. In generale, le disposizioni relative alle provvigioni, incluso il diritto alle stesse alla risoluzione o alla scadenza del contratto e dopo la scadenza, la perdita dei diritti alla provvigione e il diritto di ispezionare i libri contabili del preponente sono previste contrattualmente.

Notiamo un'eccezione: in alcuni contratti pubblici negli Stati Uniti i fornitori sono tenuti a certificare che non stanno pagando provvigioni a soggetti non dipendenti. Inoltre, alcuni finanziamenti federali per gli acquisti da parte di acquirenti stranieri contengono restrizioni sulle provvigioni pagabili dai venditori.

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